In occasione del II weekend di formazione a Brei-sur-Roya TERRACT ha organizzato in una antica chiesa sconsacrata un evento di danza di comunità animato dalla danzatrice Irene Piccolo e dal colletivo musicale IN.CON.TRA.DA. Italiani e francesi, a coppie, in gruppo o tutti in cerchio, a seconda dei diversi momenti della serata, hanno ballato insieme sulle musiche del Sud Italia, e della tarantella in particolare.
La tarantella è "una musica di comunità in festa in una circostanza determinata e riguarda un uso della musica che è strettamente associato ad un dialogo fra i suonatori e i danzatori" (Paolo Apolito). Abbiamo cercato di ricreare quest'atmosfera festiva iniziando con una cena condivisa, in cui ogni abitante locale o turista poteva portare qualcosa cucinato da lui. Fino a notte fonda, il grand bal ha proseguito.
Il secondo weekend di formazione a Breil (12-13 gennaio 2019) si è incentrato sulla preparazione alla conduzione di interviste utili a conoscere il territorio per poter progettare interventi artistici partecipati.
Da dove iniziare? Quello che interessa particolarmente all'interno del progetto Terract, è il materiale culturale e antropologico dei territori alpini tra Italia e Francia. Il materiale "umano", quindi. Per raccogliere le testimonianze degli abitanti del territorio, sono necessarie due cose: prima studiare la storia del luogo (libri, articoli, siti web), quindi analizzare la società locale e scegliere le persone da intervistare.
La filosofa e animatrice culturale Floriana Colombo ci fa ragionare su tutti i diversi livelli implicati nel proporre ad una comunità locale un progetto e co-costruirlo con essa. Propone un metodo che comprende 3 fasi:
PROMOZIONE: coinvolgimento di persone e gruppi, che devono potersi sentire legittimati nei loro problemi e nelle loro potenzialità. CONNESSIONE: fra le diversità per riconoscere e progettare scenari di attivazione possibili e desiderabili. La connessione con la comunità si nutre del riconoscimento di interessi e bisogni comuni o complementari. ATTIVAZIONE: partecipazione attiva alla definizione/realizzazione dei piani di azione. Il passaggio dal coinvolgimento alla partecipazione si basa sulla possibilità di promuovere percorsi di interazione fra gruppi e promuovere un nuovo senso di responsabilità sociale che funzioni come forza pro-motrice di cambiamento.
Nella fase di avvio di un progetto è di vitale importanza chiedersi quanto il progetto ipotizzato promuova o congeli le possibilità di partecipazione per i soggetti della comunità locale. La comunità locale può essere guardata come un campo di forze: all'inizio di un percorso occorre interrogarsi a tavolino (metaprogettare) su com'è configurato il campo di forze degli attori noti per poter essere poi più efficace nell'approcciarlo e ampliarlo.
Il riferimento generale può essere una metodologia di ricerca-azione che si chiama Gate-keepers, che aiuta a costruire una mappatura degli attori intesa come mappa delle leadership già note e delle partnership che possono rivelarsi promozionali se opportunamente agganciate: una mappatura non statica ma dinamica, che viene a precisarsi man mano nel corso dell'azione progettuale:
1. Si inizia “catalogando” gli attori noti con una tecnica indiretta proiettiva (Il "se fossi"): “Se fossi il tal attore o il tal altro… cosa penserei?” (aspetti dai quali mi sentirei attratto, aspetti che sentirei poco chiari, i problemi che prevederei). 2. Di fronte a questa situazione che domande vengono in mente? Questa fase permette di buttar giù un copione dell'intervista (che risposte mi aspetto? quali domande potrebbero esser rifiutate?) e di decidere i tipi di intervista (es. intervista di gruppo, individuale, questionario...). 3. effettuato un primo contatto con gli attori, si modifica l'analisi del campo di forze fatta in precedenza: “ricatalogare” l’esistente (soggetti, bisogni, problemi...) evidenziando le possibili valenze presenti nel campo di forze.
Il termine " valenza" può avere infatti due significati: - la valenza delle disponibilità dimostrate: DIREZIONALE o PROMOZIONALE dei singoli attori (esprimono spinte individualistiche o proposte esplicite o implicite di collaborazione e dialogo);
- la valenza situazionale che un attore può esprimere per VICINANZA con altri soggetti.
Chi è e cosa fa Floriana Colombo?
Si occupa di formazione e ricerca-azione territoriale; già docente di "Processi di costruzione del territorio e analisi delle relazioni sul territorio" all' Università di Padova (Scienze dell'Educazione), vive a Milano, ove è Presidente di A77 Cooperativa Sociale, che gestisce servizi socio-educativi e socio-sanitari e promuove progetti di inclusione e coesione sociale.
Sabato 12 gennaio, Breil – sur – Roya sarà il teatro di una festa di comunità che vedrà danzatori e suonatori dal Sud e Nord Italia ballare insieme ai cittadini. Ospiti della serata saranno, oltre al coro di Saorge, la danzatrice Irene Piccolo insieme al Collettivo musicale In.Con.Tra.Da, che riproporranno danze popolari tipiche del Sud Italia e dell’intero bacino Mediterraneo.
La serata inizia alle 19.00 presso la sala comunale A Ca d'Breï, con una cena condivisa in cui ognuno contribuisce con un piatto. Quindi, alle 20.30, ci si sposterà nella vicina Salle Sainte Catherine, dove avrà luogo il concerto, aperto dal coro di Saorge.
Nata a Torino da padre calabrese e madre siciliana, Irene Piccolo si stabilisce a Nizza e poi a Saorge dove apprende i baleti (le danze patrimonio della valle) e insegna danze del Sud Italia. Quello che la danzatrice e il Collettivo propongono il 12 gennaio è un momento di festa e spettacolo legato alle danze popolari del Mezzogiorno ma anche a quelle locali della Val Roya, per promuovere i balli tradizionali come elemento di aggregazione.
Il primo appuntamento formativo di TERRACT ha coinvolto 30 ragazzi italiani e francesi e 5 formatori in 4 giornate tra Gaiola e Torino, dove si è tenuta la conferenza internazionale Arte e Comunità.
Perchè Gaiola? Quali ricadute sul territorio? La scelta di cambiare sede e stato (Italia o Francia) per ogni appuntamento formativo è stata fatta nell'ottica di far conoscere agli apripista (i ragazzi in formazione) il territorio in cui il progetto TERRACT opera e di creare scambi e nuove reti con le regioni alpine tra Cuneo e Nizza.
Gaiola è uno dei pochi paesi di Bassa Valle del territorio; è facilmente raggiungibile dai diversi punti del Piemonte, della Lombardia e della Costa Azzurra. A Gaiola il sindaco ha mostrato fin da subito interesse per il progetto e ha segnalato lo spazio dove avrebbe potuto svolgersi il workshop, una sala comunale messa a disposizione del territorio.
Si è cercato di programmare la formazione in modo da avere ricadute sulla comunità locale: la struttura dove alloggiavano gli apripista è gestita da una cooperativa di giovani locali e i pasti sono stati forniti dalla gastronomia del paese, a gestione familiare. Sono stati coinvolti anche il bar e la panetteria del paese per le colazioni e, per le cene, un piccolo Home Restaurant gestito da una Azienda Agricola locale a km0.
Quale progressione didattica è stata seguita durante la formazione?
Il primo giorno la formazione di Teatro Sociale e di Comunità si è incentrata sulla costruzione del gruppo: da esercizi di ascolto corporeo individuali e a coppie, si è passati ad esercizi in cerchio che coinvolgevano l'intero gruppo e avevano l'obiettivo di facilitare in modo ludico la conoscenza reciproca degli apripista. Per rafforzare la fiducia tra i membri del gruppo, sono stati proposti esercizi "a specchio" (a coppie, ognuno doveva imitare il movimento del compagno come fosse uno specchio) e di guida cieca (a coppie, il primo compagno guidava il secondo, ad occhi chiusi, facendogli compiere un vero e proprio viaggio spaziale e immaginario allo stesso tempo). Infine, un'esercizio che prevede il lancio di bastoni (manici di scopa) e può esser svolto in cerchio o in piccoli gruppi, ha permesso di allenare contemporaneamente l'ascolto e la fiducia.
Il secondo giorno si è insistito maggiormente, attraverso esercizi che abbinavano suoni e voci al movimento nello spazio, sul concetto di non giudicarsi, come preparazione al successivo lavoro di improvvisazione a gruppi (tableaux vivants, macchine ritmiche) e sulla capacità di creare un oggetto teatrale in gruppo a seconda degli spunti dei conduttori (creazione di scene da parte di un gruppo diretto da un altro gruppo di compagni in veste di registi, e creazione di una torre fatta di giornali da descrivere ai compagni in modo teatrale).
IL terzo giorno gli apripista hanno assistito a diversi format europei di TSC durante la conferenza Arte e Comunità a Torino, e ascoltato la presentazione di progetti internazionali di valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico locale.
L'ultimo giorno, infine, è stato dedicato ad un'attività di rielaborazione di contenuti dell'intero workshop.
Il 24 novembre si terrà a Limone Piemonte il primo dei 5 incontri tra gli apripista e i tutor territoriali e didattico previsti dal progetto.
Quali sono gli obiettivi di questi incontri?
a) far conoscere il territorio dove lavoriamo (territorio alpino tra Cuneo e Nizza); b) condividere con i tutor desideri e proposte su come scambiare conoscenze tra pari e apportare contributi al progetto dal punto di vista formativo e dal punto di vista della sostenibilità/logistico c) colloquio individuale con tutor didattico su come è andato l'inizio del percorso formativo e sulle proprie aspettative
La giornata si svolge dalle 10.00 alle 18.00 e sarà cadenzata da momenti diversi:
1 Presentazione da parte dei tutor territoriali dei risultati della ricerca sul territorio (caratteristiche culturali, geografiche, storiche e antropologiche)
2 Testimonianza di 2 apripista del territorio
3. Lavoro in gruppo 4 Presentazione di progetti sul territorio precedenti a Terract