Costruire degli oracoli per i viandanti

Il weekend di formazione di marzo era dedicato al tema della valorizzazione degli spazi. Insieme allo scenografo Maurizio Agostinetto, gli apripista hanno costruito con legno di nocciolo e rame 5 oracoli e li hanno piantati sul sentiero che da Vernante porta al castello "La Tourusela". 

Perchè usare degli oracoli per far interagire i viandanti con il territorio?

L'idea è venuta a Maurizio durante un lavoro sui sentieri della Val d’Aosta. La prima ispirazione fu il gioco dell'oca, che rappresenta la vita - con i suoi momenti di avversità, la sfortuna, la buona sorte, la determinazione ad arrivare fino all’ultima casella - e quindi anche l'avventura del viaggio.

oracoli

Maurizio era in cammino, in bici, diretto a Santiago del Campostela e notò che in molte delle chiese che incrociava erano raffigurate delle oche. Quando arrivò a Pamplona vide che sul sagrato di una chiesta, come un bassorilievo, era scolpito un gioco dell’oca. Mettersi in cammino significa entrare in una dimensione di instabilità che riguarda il nostro destino, che è molto simile al conceto del gioco dell’oca. Si affrontano tappe, ostacoli, pericoli. Ogni mattina che Maurizio intraprendeva il cammino, era come se lanciasse dei dadi: se avesse piovuto, bisognava ripararsi; se avesse bucato una gomma, doveva fermarsi; se avesse sbagliato strada, doveva tornare indietro. Cosi si rese conto che il cammino dell’oca rappresentava simbolicamente il viaggio che stava facendo.

Maurizio ci ha raccontato anche che durante il viaggio notò di avere spesso dei dejavu, provando quella sensazione di vivere il passato nel presente. Il dejavu è rappresentato graficamente nel gioco dell’oca: il verso è antiorario, il tempo torna indietro. Quando si viaggia, in realtà si sta viaggiando a ritroso nel tempo dentro se stesso. L’incontro tra passato e presente riguarda la nostra percezione della realtà: durante il viaggio abbiamo momenti di meraviglia per le cose che non conosciamo, e dei momenti di incanto in cui riconosciamo ciò che già conosciamo. Questo è molto tipico di chi fa teatro, e racconta ciò che conosce per renderlo storia, mito.

All’inizio del viaggio del cammino di Santiago, Maurizio aveva scelto 35 soggetti, suddivisi in 7 diverse versioni, da cercare nel paesaggio una volta in marcia. Si era prefigurato queste 245 immagini prima di partire, per esser pronto a vederle e riconoscerle durante il viaggio. Quando incontrava quell’immagine, viveva un’emozione che si portava dentro fino all’immagine successiva.
Da qui l’idea di costruire degli oracoli, che i viandanti lungo i sentieri della Valle d’Aosta potevano interrogare e interpretare come massime valide per il loro tragitto fino alla tappa successiva, per l’intero cammino o per la loro vita. Per costruire gli oracoli, Maurizio ha lavorato con gli anziani dei paesi attraversati dai sentieri o con i bambini delle scuole in modo da raccogliere storie e leggende locali e renderle attraverso gli oracoli.

Il movimento lento: incontro con Alberto Conte

Alberto Conte, nato a Milano nel 1964, si occupa da più di 10 anni della divulgazione del movimento lento. Ingegnere di formazione, nel 2006 ha fondato itinerAria, azienda specializzata nella progettazione e nel rilievo GPS di percorsi a piedi e in bicicletta. "Chi viaggia a piedi di città in città, ad esempio lungo la Via Francigena e il Cammino di Santiago, si riappropria di spazi dai quali l’uomo moderno si è ritirato da alcune decine di anni", ci dice Alberto. 

Per lui tutto è iniziato quando venne a conoscenza del cammino di Santiago. "Ecco cosa voglio fare, mi sono detto. Voglio organizzare in Italia qualcosa come il cammino di Santiago!". Fu allora che studiò il territorio e scoprì la Via Francigena. Decise di aprire un ostello lungo la Via Francigena per ospitare i pellegrini e formare i viaggiatori interessati allo stile di vita del "viaggio lento", a piedi o in bicicletta. Per prima cosa, mappò la Via con le tecnologie di geolocalizzazione e ne scrisse la guida.

I Pellegrini che nel Medio Evo si mettevano in viaggio lungo la Via Francigena, diretti a Roma o a Gerusalemme, erano consapevoli di affrontare un’avventura che li avrebbe esposti a pericoli di vario genere e avrebbe messo a dura prova la loro forza di volontà e la loro resistenza fisica. Per loro il viaggio a piedi non era una scelta, le loro gambe erano l’unico mezzo di trasporto che potevano permettersi. Il pellegrino moderno, invece, può arrivare alla meta in poche ore, se lo desidera. Il pellegrino a piedi decide consapevolmente di viaggiare con lentezza e l'immaginario il viaggio prevale sul raggiungimento della meta.

Alberto Conte ha aperto una Scuola del Movimento Lento, che include una formazone sul senso del cammino ma anche una preparazione agli strumenti tecnici che occorre conoscere per mettersi in cammino. La Scuola organizza viaggi con gruppi composti da persone ipovedenti e persone normovedenti, per sperimentare il viaggio attraverso i 5 sensi.

E' quello che abbiamo sperimentato noi durante la formazione di Terract, grazie all'esercizio della "guida cieca" sul sentiero che da Vernante porta al castello La Tourusela: ecco il video.

Portare l'arte contemporanea in un borgo siciliano: da esempio per Terract?

Negli anni '80 Detroit era la capitale dell'auto e della musica. Arrivò ad avere 2 milioni di abitanti. Oggi, si è spopolata: ci vivono 600.000 persone.
Favara, in provincia di Agrigento, ha subito un percorso inverso grazie alle iniziative di FARM CULTURAL PARK, una galleria d'arte e residenza per artisti. Il primo parco turistico culturale costruito in Sicilia, ideato da Andrea Bartoli e dalla moglie Florinda Saieva.

Andrea Bartoli, ospite della nostra masterclass, ha convertito una cittadina in balia dell'abusivismo e della mafia in un polo culturale. Ha ridato speranza ai giovani, acceso il turismo e aperto possibilità di lavoro. E' partito rimettendo a nuovo un edificio pericolante del centro storico e lanciando la prima mostra di arte contemporanea. Pian piano, un'utopia si è fatta realtà.

FARM CULTURAL PARK, sorge all'interno del Cortile Bentivegna, un aggregato a sua volta costituito da sette piccoli cortili che ospitano piccoli palazzi di matrice araba nel centro storico di Favara. Oltre che come museo si propone anche come centro culturale e turistico dove vengono allestite mostre  temporanee e installazioni permanenti di arte contemporanea. Si organizzano residenze per artisti ed è stata creata una scuola di architettura per bambini.

Lo scopo principale del progetto è quello di recuperare tutto il centro storico di Favara e trasformare il paese nella seconda attrazione turistica della provincia di Agrigento dopo la Valle dei Templi. Può accadere lo stesso nei piccoli centri alpini tra Italia e Francia? Può l'arte contemporanea cambiare il volto di un intero paese? Può un luogo lontano dalle mete turistiche classiche diventare polo di attrazione per migliaia di visitatori e curiosi ogni anno?

L'incontro con Andrea Bartoli ha suscitato negli apripista in formazione domande, curiosità, sfide e voglia di fare, che inizieranno a prender concretezza durante la realizzazione del cantiere teatrale che si terrà a Limone Piemonte dall'1 al 18 agosto 2019.

 

FILM - A testa alta, nel cuore della Val Roya

I migranti sono una forza per le nostre società. Innovano gli usi e costumi, introducono nuove competenze e professionalità.
Come TERRACT, sosteniamo fortemente una politica di accoglienza che porti alla creazione di società europee inclusive. Che non sia basata sull'assistenzialismo ma sul valore dello scambio: un dare e avere tra cittadini locali e i nuovi arrivati. 

Sulle Alpi Marittime, alla frontiera tra Italia e Francia, gli abitanti della Val Roya si sono confrontati negli ultimi anni con l'arrivo inaspettato di centinaia di migranti provenienti in particolare da paesi africani. Questo film ne riporta le interviste. Allo stesso tempo, dà voce ai migranti che hanno trovato un rifugio nella Valle.
Tra di loro, anche Chamberlain, uno deii 30 giovani apripista di Terract, che siamo contenti di avere con noi in questa avventura.

Come condurre un'intervista teatrale?

"La scrittura teatrale è una scrittura per azioni, personaggi e immagini. Acquisire una modalità di pensiero teatrale richiede allenamento. Si tratta di perdere l'abitudine a due degli atteggiamenti mentali tipici della cultura contemporanea: l'interpretazione e il giudizio. Entrambi questi atteggiamenti tendono a chiudere in una forma definita ciò che invece nella vita si dà attraverso una presenza molteplice, plurale e aperta. [...] Pensare e scrivere per il teatro è un processo di conoscenza che non produce significati definiti ma che, attraverso la creazione di simboli, apre a significati possibili."
(Alessandra Rossi Ghiglione)

Durante la formazione del 16 e 17 febbario 2019 gli apripista hanno imparato a fare questo: allenare il pensiero, sospendere il giudizio, aprirsi a significati nuovi. Hanno condotto delle interviste i 4 diversi luoghi - La Brigue, Saint Dalmas de Tende, Limone, Robilante - per scoprire la storia locale, le iniziative culturali o di partecipazione sociale attiva, le storie personali di chi lavora per la salvaguardia dell'ambiente. Questo servirà come base per creare un copione teatrale che restituisca al pubblico le potenzialità culturali, naturali e sociali del territorio.