La migrazione negli occhi dei bambini: incontro con Beppe Rosso
Ospite della formazione di Terract, il regista Beppe Rosso ci racconta del progetto Migraction - Generazioni in movimento, e in particolare dell'iniziativa realizzata con la comunità di Caraglio, che ha coinvolto le classi quinte elementari dell’Istituto Comprensivo A.M. Riberi.
Il progetto migrACTION vede tra i suoi ambiti di attività diverse azioni di mediazione e coinvolgimento delle comunità locali, con l’obiettivo di valorizzare la memoria del territorio e di raccontare le migrazioni di ieri e di oggi che hanno interessato e che interessano le popolazioni e i territori della Valle Stura e della Valle dell’Ubaye.
71 bambini, insieme ai loro insegnanti, si sono messi in gioco nel laboratorio che si è svolto da novembre 2017 ad aprile 2018 e che ha portato, come risultato finale, alla sezione della mostra “MigrACTION attraverso l’occhio dei bambini”. L’obiettivo del laboratorio, condotto e ideato da Beppe Rosso e dallo scenografo Lucio Diana, è stato di ascoltare e dar la voce alle nuove generazioni sui fenomeni migratori del passato e del presente che hanno coinvolto la comunità di Caraglio. Il percorso ha seguito diversi step di lavoro: a partire dalla costruzione dell’albero genealogico della famiglia, i bambini si sono immedesimati nel mestiere di giornalista, intervistando i propri familiari e raccogliendo testimonianze legate alla migrazione. Durante la seconda fase, a partire dalle storie raccolte precedentemente, i bambini sono stati protagonisti di riprese audio-video che sono andate a costituire le videoinstallazioni della mostra.
Le videoinstallazioni sono 2 e ripropongono, idealmente, uno sguardo sulle migrazioni da parte dei bambini. La prima, in una dimensione più evocativa ed immersiva, regala suggestioni sonore legate alla migrazione: parole, suoni, rumori, canti emergono da un cerchio di sale, materiale scelto come emblema delle strade percorse da viandanti, persone che migravano in cerca di una vita migliore. La seconda, invece, è un muro “parlante” che si popola di occhi, volti, bocche, mani e dà voce alla visione dei bambini sui temi della migrazione di ieri e di oggi.